mercoledì 16 gennaio 2019

FORME DI TURISMO ALTERNATIVO



Abruzzo, il Cuore verde d’Europa, regione unica per le sue peculiarità paesaggistiche e culturali ha registrato negli ultimi 50 anni un altro drammatico primato, un’incapacità di valorizzazione del territorio più unica che rara. Se poi parlassimo della Provincia di Teramo la situazione è anche più catastrofica di tutto il resto della regione.
Nonostante il mare, la collina e la montagna nel raggio di 40 km la rendano praticamente l’unica provincia a poter vantare caratteristiche naturali simili, non si è mai goduto di una buona gestione del territorio che ha causato lo spopolamento e la morte di quasi tutti gli insediamenti dell’entroterra. Oggi ci troviamo alla deriva su tutti i settori turistici, essendo incapaci di promuovere un’offerta finalizzata alla scoperta del territorio, della cultura e della tradizione.
Quello che è mancato, oltre al presidio territoriale e ad una politica di incentivazione a vivere le nostre montagne, è stato un piano di programmazione turistica a lunga scadenza, organico e partecipato. Un piano capace di mettere a sistema tutte le potenzialità intrinseche del nostro patrimonio, e di offrire attrattive a turisti di tutte le età ed esigenze.
Ma è imprescindibile considerare una qualsivoglia politica di sviluppo se prima non si passa attraverso delle politiche di governance mirate al ripopolamento delle nostre montagne.
Ritengo che lo sviluppo turistico è solamente la punta dell’iceberg di tutto il sistema.
L’artigianato, l’agricoltura e l’allevamento sono alla base di tutto il sistema e una buona politica DEVE dare l’opportunità di operare una scelta anticonformista e avviare una nuova era in controtendenza che potremmo chiamare “montanesimo” (per riprendere il fenomeno dell’urbanesimo che caratterizzò l’era dell’industrializzazione del XIX secolo).
Quindi, assodato che non si potrà prescindere da un piano di ristrutturazione della viabilità, dei servizi di base e del ripopolamento delle nostre montagne, una qualsiasi politica di sviluppo e rivitalizzazione turistica dovrà attuare un’azione radicale di riassetto della ricettività turistica, dal recupero e costante manutenzione della rete sentieristica e di tutti i manufatti esistenti, fino alla creazione di nuove attrattive che possano garantire l’intrattenimento del turista.
A tutto questo va aggiunta una corposa campagna di informazione e promozione, attraverso la partecipazione a eventi fieristici di settore, la creazione o l’aggiornamento di siti web che siano in grado di riabilitare il brand "Teramo” e quello del "Gran Sasso Teramano" che dimostrino, a chi ci conosce, che si sta riprendendo la giusta rotta e a chi deve ancora conoscerci che ci sono un’infinità di attrattive da scoprire.
Al di là di un piano di sviluppo generale, che contenga linee guida applicabili a tutto il territorio montano, è fondamentale definire per ogni singola località la sua vocazione, al fine di indirizzare le linee di sviluppo locale nella corretta direzione, evitando di ripetere gli errori del passato ma avviando piani d'azione di valorizzazione e riqualificazione low budget coerenti con le risorse già disponibili sul nostro territorio.
La vocazione di un luogo viene meglio definita individuando “L’IDENTITÀ COMPETITIVA” detta anche “Place Branding” e studiarne scientificamente le caratteristiche e i tratti distintivi e – soprattutto – qual è il suo vantaggio competitivo.
Per puro esempio, una località “turistica” come il Ceppo sui Monti della Laga ha sicuramente delle risorse intrinseche collegate al turismo montano ma non potrà mai essere il suo “vantaggio competitivo” quello del turismo invernale dello sci alpino e dello snowboard bensì potrà focalizzare il suo target turistico su ciò che riguarda l’escursionismo in tutte le sue espressioni e indirizzare la valorizzazione turistica in questa direzione.
La strada da percorrere è tanta, tortuosa e piena di insidie ma ci si può aiutare prendendo spunto da realtà consolidate, esemplari, innovative ed economicamente sostenibili.
A seguire proporrò una serie di attività ludiche, sportive e culturali che potranno chiarire maggiormente il significato di quanto scritto finora. La relazione si serve di una presentazione di slide collegate (https://www.slideshare.net/euganos/forme-alternative-di-turismo).

AMBITO LUDICO e SPORTIVO
Tutte le attività connesse allo svago, economiche e alla portata di tutti, che non richiedono preparazione fisica o tecnica, costose attrezzature e l’impegno prolungato nel tempo.

ESEMPI

- PARCO AVVENTURA e TARZANING (https://youtu.be/G12bX1VNCQ8)
Con un intervento non eccessivamente impattante ed ecosostenibile si riescono a realizzare parchi avventura per utenti di tutte le età, garantendo divertimento e sviluppo di capacità coordinative. Se poi si volesse aggiungere un po’ di adrenalina in più stanno nascendo anche aree dedicate al tarzaning, un’evoluzione del classico parco avventura perché anziché passare da un albero all’altro si attraversano fiumi, forre e canyon grazie a carrucole e ponti tibetani.

- TUBING ESTIVO ED INVERNALE
Si tratta di grandi ciambelle gonfiabili che permettono di essere utilizzate in più modi, nascono per muoversi in acqua lungo corsi d’acqua poco mossi ma è sempre più frequente trovare parchi per fare tubing estivo grazie a tappeti sintetici che riproducono le caratteristiche meccaniche della neve e per mezzo di strutture si possono realizzare dei tracciati dove l’utente scende in piena sicurezza. La risalita è permessa da tapis roulant che vengono semplicemente adagiati sul prato a bordo della pista. In inverno, sfruttando sempre i tappeti di risalita, si possono utilizzare le ciambelle per scivolare lungo appositi percorsi disegnati con la neve.

- BOB SU ROTAIE CARRETTI OFF-ROAD
Quelli su rotaie sono chiamati fun bob, sfruttano gli impianti di risalita per portare a monte il bob e permettono di scendere lungo una monorotaia utenti dai 7 anni in su fino a 45 km/h garantendo in piena sicurezza un’esperienza divertente e stimolante.
I carretti Off Road invece non necessitano di alcun impianto, vengono noleggiati e chiaramente hanno dei percorsi ad essi dedicati, sono leggeri e facilmente trasportabili attaccandoli ad uno zainetto.

- PERCORSI TEMATICI PER BAMBINI E FAMIGLIE e PARCHI GIOCO
Sono semplici sentieri percorribili da famiglie con bimbi al seguito, con carrozzine e passeggini, dove poterli far giocare con aree dedicate, percorsi sensoriali, piccoli parchi avventura e corredati di cartellonistica didattica su flora e fauna del luogo.
Per quanto concerne l’ambito sportivo, fin quando non si comprenderà l’importanza di riuscire a governare il territorio in maniera sistematica non saremo in grado di offrire una chance di sviluppo di tutte quelle attività sportive minori, collaterali e alternative alle più blasonate.

Bisogna puntare su una rete completa di servizi efficaci e capillari su tutto il territorio montano, in perfetto stato manutentivo, collegati fra loro e pubblicizzati correttamente. Ma per promuovere un territorio e fidelizzare una clientela bisogna dare loro garanzie, con una rete sentieristica efficace, strutture ricettive al passo con le esigenze di oggi, servizi garantiti nel tempo e soprattutto migliorati di anno in anno e non dare sempre un segnale di incertezza e disorganizzazione.

- BICI DA STRADA – CROSS COUNTRY E DH (VAL DI SOLE e LIVIGNO)
Il ciclismo, in tutte le sue forme, sta registrando una crescita esponenziale di praticanti negli ultimi anni, in Italia molte realtà turistiche hanno recepito il segnale e stanno investendo risorse per offrire all’utenza esperienze uniche, garantendo una rete stradale e sentieristica sempre più estesa e curata, un capillare supporto logistico con strutture ricettive bike friendly, noleggi, officine e soprattutto proposte all’inclusive con pensione, bici e accompagnamento da guide cicloturistiche. Inoltre, grazie all’avvento delle e-bike (bici a pedalata assistita) si da la possibilità anche a persone poco allenate di godere di questo sport sano e divertente.

- FALESIE DI ROCCIA - VIE FERRATE E FIRST FLY – DOLOMITI LUCANE
Un’eccellenza da prendere a monito non viene dal Trentino o dalla Valle d’Aosta bensì dalla Basilicata, Regione che negli ultimi sta “sgomitando” per affermare la sua vocazione turistica e allora anziché puntare solo sul patrimonio naturale e culturale di inestimabile pregio e bellezza ha portato avanti un encomiabile progetto di valorizzazione del territorio attraverso la vacanza attiva, il trekking e l’alpinismo. Ma quello che è da portare all’evidenza è il “parco giochi” delle Dolomiti Lucane, tra Castelmezzano e Pietrapertosa in provincia di Potenza, dove è stato avviato un vero e proprio volano per l’economia di questi due piccoli borghi, che stanno vivendo un turnover costante di presenze. Emblematica è l’attrazione chiamata “Volo dell’Angelo”, una traversata adrenalinica da un versante all’altro della vallata appesi ad un cavo di acciaio. Altrettanto adrenaliniche sono le due vie ferrate che partono dai due borghi, con scalette, ponti tibetani e tutto quello che serve alla percorrenza di tali itinerari in piena sicurezza e in perfetto stato di manutenzione. Per finire con le caratteristiche vie di roccia che partono direttamente dall’interno dei due borghi. Tutte queste attrattive sono ben supportate dalla collettività che ha recepito di buon grado la novità offrendo una vasta offerta ricettiva, servizi e attività collaterali a quelle sopra descritte.

- SCI ALPINISMO + SCI ESCURSIONISMO + SCI DI FONDO + ATTRATTIVE PER LE FAMIGLIE
La neve è stata una risorsa importantissima per il nostro territorio, sin dai tempi in cui veniva semplicemente sfruttata per trasformarla in ghiaccio. Negli anni ’30 si iniziò a praticare anche sulle nostre montagne lo sci ma si dovranno attendere altri trent’anni prima che il fenomeno divenisse massivo. Dagli anni ’60 iniziò una forte antropizzazione delle nostre montagne, le località di sport invernali nascevano come funghi e diedero alla provincia una forte connotazione, d’altronde in centro Italia eravamo in pochi ad offrire tali attrattive. Quello che constatiamo oggi è che molte di queste località sono rimaste ingessate più o meno alla stessa maniera di come vennero pensate cinquant’anni fa. 
Si è creduto sempre poco negli sport invernali minori che altrove stanno invece diventando virali. Mi riferisco allo sci di fondo, allo sci escursionismo e allo sci alpinismo. Tre attività sciistiche che richiedono il minimo costo in termini di gestione - se non quello di battere le piste per i fondisti - ma che pretendono innumerevoli servizi connessi come l’accessibilità ad aree difficilmente raggiungibili per via di strade ormai impercorribili, la necessità di servizi di recupero come i bus navetta, i rifugi, gli ostelli, una cartografia aggiornata e un presidio attivo di tutte quelle figure di settore (i maestri di sci, le guide alpine e gli accompagnatori di media montagna) in grado di indirizzare questa nicchia di turisti che nella maggior parte dei casi ignora l’Abruzzo per praticare tali sport.
Infine non va dimenticata l’offerta da riservare alle famiglie, perché una pista di fondo non è detto che debba servire solo ai fondisti ma può ospitare tante altre attività come lo sleddog (slitte trainate dai cani), il noleggio di passeggini da neve e delle Kids Snow Bike (bici per i bimbi dotate di sci al posto delle ruote).

- GOLF (ESTIVO E INVERNALE)
Il golf, etichettato come sport per ricchi ha perso negli ultimi anni questa nomea e sta vivendo una seconda giovinezza con campi e club alla portata di tutti, con strutture ricettive che offrono attrezzatura in noleggio per i neofiti e istruttori che organizzano corsi individuali e di gruppo. In ambito montano sta prendendo piede anche il golf invernale con palline colorate, aboliti i cart, ma ci si sposta a piedi o con gli sci tra una buca e l’altra, ci si sfida su percorsi generalmente di nove buche e con un numero limitato di ferri. Richiede un investimento relativamente economico per la realizzazione di un campo e non necessita di costi di gestione eccessivi, soprattutto con la neve.

CONCLUSIONI
Con questo lavoro ho provato ad analizzare il problema da un altro punto di vista, diverso da quello che siamo stati abituati ad avere negli ultimi 50 anni. Un punto di vista tradotto in azioni politiche che hanno generato illusioni e che ci hanno portato ad una situazione di inviluppo territoriale, insediativo e turistico deprecabile.
La bella stagione è finita da molto tempo e quei pochi fondi ormai disponibili devono essere impiegati intelligentemente. Le politiche di governance del nostro territorio dovranno necessariamente tenere conto di forme di sviluppo innovative e partecipate (anche se, per puro esempio, con grande rammarico vedo che il Masterplan Abruzzo ha approvato interventi di ristrutturazione della località turistica invernale di Passolanciano-Mammarosa per 20,2 milioni di euro chiaramente incentrati sul rifacimento degli impianti di risalita, dell’innevamento programmato e di altre opere collaterali).
È auspicabile che ad una buona politica territoriale si affianchi una classe imprenditoriale lungimirante e aperta al cambiamento, se quest’ultima rimarrà incardinata sui dogmi della vecchia dottrina non possiamo sperare in alcun cambiamento di rotta.
Se continuiamo sulla vecchia strada sappiamo bene cosa troveremo e cosa saremo in grado di lasciare, nuovi ecomostri economicamente ingestibili. Sulla nuova strada, semplicemente calcando chi ha fatto da apripista, saremo sicuramente in grado di valorizzare un patrimonio unico e potenzialmente capace di competere con realtà ben più blasonate della nostra.

Eugenio Iannetti
Nato nel 1982 sui monti del Gran Sasso, si è laureato nell’Università Sapienza di Roma nel 2008 in Architettura, masterizzato nell’Università di Teramo nel 2012 in Gestione dello Sviluppo Locale nei Parchi e nelle Aree Naturali, Guida Ciclo Turistica Sportiva FCI, profondo conoscitore delle montagne d’Abruzzo, porta avanti da anni studi sullo sviluppo del territorio locale.

venerdì 19 luglio 2013

IL RIFUGIO DELLE GUIDE E' DEFINITIVAMENTE CHIUSO!

IL RIFUGIO DELLE GUIDE E' DEFINITIVAMENTE CHIUSO!
il Comune di Pietracamela e' finalmente riuscito a cacciarci!
Martedì 16 luglio 2013 il Sindaco e il suo allegro seguito supportato dalle Forze dell'Ordine e dall'Ufficiale Giudiziario ha eseguito la sentenza di sfratto. La goduriosa soddisfazione era visibile nei loro occhi, immagino che abbiano anche stappato una bottiglia in nostro onore!
Ora vedremo con tanta tristezza come l'ennesima struttura dei Prati di Tivo andrà definitivamente in rovina!!!
Non confido più nella giustizia, credo solo che chi a valle ha voluto tutto questo prima o poi la sconterà!!!
Ora tornerò a Prati di Tivo da sfrattato ma non voglio più sentire parlare di stasi, di crisi, di problemi! I pretaroli hanno voluto tutto questo e meritano di soccombere per loro mano!
Ora, come per il campeggio Yarkun, ci sarà una "corsa alla terra" per accaparrarsi il rifugio! Vedremo cosa inventerà/prometterà il Comune di Pietracamela questa volta... ma non vi illudete!
Il rifugio delle guide si aggiunge alla lista di ruderi che la bramosia pretarola ha reso tali:
- Rifugio dell'Arapietra
- Rifugio di Cima Alta e relativo capannone
- Camping Yarkun
- Stazione di Monte della vecchia seggiovia Madonnina
- Rifugio delle Guide
Se un tempo credevo nello sviluppo turistico-ricettivo dei Prati di Tivo ora il mio pensiero si è decisamente spostato in un'altra direzione. Il processo di de-antropizzazione e recesso turistico è a buon punto! Prima o poi le NOSTRE montagne, bene comune e non appannaggio di pochi valligiani tornerà ad essere frequentata dai veri amanti della montagna che non avranno bisogno di alberghi, seggiovie e altri finti comfort per gioire dello spettacolo delle nostre splendide terre!
Eugenio Iannetti




domenica 1 aprile 2012

SALVIAMO MACCHIA???

Prati di Tivo 01.04.2012

Mi sento nel dovere di rispondere ad una serie di ingiustificate e offensive prese di posizione nei confronti della vicenda “Macchia” che mi vedono protagonista.
Vi invito a diffondere questa mia risposta per correttezza ed equità d’informazione, poiché credo che si stia volutamente deviando l'opinione pubblica sul problema.

Voi avete risposto all'invito di salvare Macchia dal trasferimento ad un canile senza conoscere come stanno realmente i fatti e qualcuno mi sta dipingendo come un volgare nemico dei cani.

Macchia è un cane buonissimo ma molti sanno anche che con determinate persone è un cane aggressivo. Ci sono state molteplici occasioni in cui, per puro senso di difesa del territorio, Macchia ha reagito d’istinto mostrando i denti e volte usandoli su cani e rispettivi padroni.

Io possiedo da sempre cani, da sempre li porto in montagna con me e per indole e razza non sono mai stati di nessun pericolo per gli altri. E’ successo numerosissime volte che al mio arrivo a Prati di Tivo i cani randagi del piazzale dessero un “caloroso benvenuto” a Split (schnauzer nano di 3 kg) e a Pipò (incrocio tra Spinone e border collie di 25 kg incapace di far male anche ad una mosca).

Split è stato fatto a pezzi da un branco di cani randagi che stazionano nella piazza del mio paese e che si è salvato per puro miracolo grazie al mio intervento e a quello del veterinario che lo ha ricucito come un calzino. L'estate scorsa è stato nuovamente aggredito dai cani del piazzale Amorocchi, anche questa volta si è salvato per puro miracolo.






Pipò è stato aggredito da Macchia più volte sin da quando era un cucciolo. Non lo potrà fare più perchè un mese fa è morto avvelenato dopo una dolorosissima agonia.





Tutte le volte che i miei cani sono stati aggrediti ho reagito d’istinto e in maniera sicuramente discutibile, per dividerli il più velocemente possibile. Macchia ha preso calci e racchettate da me e ora per paura reagisce con forza. L’ultima occasione in presenza di numerosi testimoni (Luca Mazzoleni, Massimo Di Giacomo e sua moglie, Linda Costi, Fabio Iannetti), si è verificata la settimana scorsa, senza che io facessi nulla e senza la presenza del mio cane mi sono sentito attaccare.

Fortunatamente è riuscito a mordere e strapparmi solamente la tuta da sci.
Si dice che il proprio cane debba essere tenuto al guinzaglio, giusto! Saprete anche che in caso di una zuffa tra cani quello legato sarà sicuramente il più vulnerabile e solitamente anche il padrone rimedia qualche morso!

Sapete bene che da 45 anni ad oggi non ho mai portato avanti una battaglia per tornaconto personale e questa di certo non è finalizzata al risarcimento di un paio di pantaloni strappati! Di certo non mi nascondo dietro alla preservazione di “interessi personali” per dire come stanno i fatti. Mi ritengo profondamente offeso dalla proposta che mi è stata fatta di raccogliere i soldi per ricomprare i pantaloni a costo di revoca della denuncia di aggressione.

Piuttosto vorrei farvi riflettere sulle conseguenze di un’aggressione che potrebbe subire un bimbo, un anziano o una signora che porta a spasso il suo cagnetto attorno al piazzale. Vogliamo arrivare a questo per prendere un provvedimento?

Pochi di voi ricorderanno Donald, il San Bernardo del Miramonti, la mascotte di Prati di Tivo che giocava tranquillamente con i bambini della località. Nonostante fosse anziano, pacioso e innocuo si sono verificate più volte situazioni pericolose ma sottovalutate, la collettività non volle schierarsi e alla fine Donald buttò a terra una cliente dell’Hotel e ridusse in uno straccio il suo barboncino.

Mi rivolgo alla persona o alle persone che hanno fatto questo distorto comunicato sul povero Macchia che un “cattivo e feroce” Pasquale Iannetti vuole fare allontanare dal piazzale e relegarlo in un canile. A queste persone suggerisco di assumere realmente le loro responsabilità morali e adottare questo sfortunato cane piuttosto che difendere e giustificare la presenza di cani randagi, potenzialmente pericolosi e potenziali portatori di malattie che vivono di stenti e muoiono di fame nei periodi di scarso afflusso turistico.

Voglio prendere contatti con la delegazione teramana della LAV affinchè venga aperta una raccolta di fondi a sostegno di tutte le necessità dei “cani territorio” di Prati di Tivo. I fondi saranno impiegati per alimentare, curare e vaccinare i cani. Siete invitati a dimostrare il vostro reale desiderio di partecipazione.

Inoltre mi sto adoperando presso tute le Associazioni di Animalisti d’Italia affinché venga firmata una petizione per fermare la mano di cacciatori e cercatori di tartufi che mettono nei prati e nei boschi le polpette avvelenate. Bisogna che sia varata una legge che autorizzi i Comuni a fare un’Ordinanza di Divieto di caccia e di raccolta tartufi, su tutto il territorio e ogni qual volta si verifichi un avvelenamento di cani, gatti, volpi ed altri animali.

Accetto critiche di ogni genere e sono disponibile ad affrontare di persona un confronto ma non accetto di essere trattato alla pari di un insensibile macellaio! Infine, invito i membri del gruppo “Salviamo Macchia” su Facebook di moderare i toni rimanendo all’interno di civili prese di posizione.

Un caro saluto.


Pasquale Iannetti
Guida Alpina
+39.333.367557
pasquale.iannetti@gmail.com

lunedì 14 marzo 2011

Invito a vedere l'album Monte Aquila di Eugenio Iannetti su Picasa Web Album

Sei stato invitato a visualizzare l'album di foto di Eugenio Iannetti: Monte Aquila
Monte Aquila
12/mar/2011
di Eugenio Iannetti
Messaggio da Eugenio Iannetti:
Ciao
e.
Se riscontri delle difficoltà nella visualizzazione di questa email, copia e incolla quanto segue nel tuo browser:
https://picasaweb.google.com/lh/sredir?uname=eugenio.iannetti&target=ALBUM&id=5583889097766404049&authkey=Gv1sRgCOq3qpveuPXTeQ&invite=CKrF22Q&feat=email
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lunedì 24 agosto 2009

LO SFACELO DEL RIFUGIO DELLE GUIDE E DEI PRATI DI TIVO

Questa è la risposta ad una e-mail di una cliente insoddisfatta del Rifugio delle Guide!!!


Mio padre nel 1975, con alcuni soci, decise di partire con l'avventura del rifugio delle guide che, quando venne chiesto in affitto al comune di Pietracamela, non era altro che un mucchio di sassi.

Il lavoro di bonifica dell'edificio risultò immane e i soci di mio padre, visto l'andazzo, decisero ben presto di "darsela" per la troppa fatica e per le poche aspettative di riuscita di quell'avventura.


Ovviamente la testardaggine di papà gli diede atto e quello sarebbe stato un successo e le cose iniziarono a ad andare molto bene. Il Rifugio era diventato il centro nodale per gli alpinisti del Gran Sasso e avevano come riferimento Pasquale Iannetti come gestore del Franchetti e del Rifugio delle Guide.


Devi sapere anche questa cosa affinchè il quadro ti risulti completo! Pietracamela è abitata da persone alquanto sgradevoli, i famosi "Pretaroli".

I Pretaroli, da quando il turismo ha messo piede sul Gran Sasso teramano, hanno sempre messo i bastoni fra le ruote a chi vedeva un pò più lontano del proprio naso.


Ti basti pensare che a Prati di Tivo oltre ai Montauti, i Parogna, gli Amorocchi e i Trentini (le 4 famiglie più "moderne") nessun'altra famiglia è riuscita a sfruttare quelle infinite risorse che una montagna stupenda come il Gran Sasso offre. Solo 5 o 6 impavidi hanno provato a campare con la montagna, tutti gli altri non sono saliti più di una volta sulla vetta di Corno Grande (approssimazione per eccesso).

Questo serve da premessa per dirti che i cari Pretaroli hanno sempre voluto il contrario di quello che era giusto, necessario e utile per la loro terra.


Quando però hanno iniziato a vedere che i romagnoli e i teramani come mio padre hanno iniziato a fare un sacco di "schei" sulle loro montagne non hanno saputo fare altro che distruggere, distruggere e distruggere…


Ti sei mai chiesta perchè a Prati di Tivo non c'è più un camping? Perchè il Comune di Pietracamela negli anni 90 per storie strane decise di far chiudere il campeggio e decise anche di mandare per strada tre famiglie.


Sai cosa dicevano nei bar di Pietracamela quando chiusero il camping? "...adesso che il campeggio è stato liberato dai forestieri vedrete come cambieranno le cose, vedrete quando ce lo riprendiamo noi...".


Per la cronaca il Camping Yarkum è chiuso, abbandonato e fatiscente dal 1990 e sai che cosa ha generato questo? A Prati di Tivo iniziò a scendere il numero degli afflussi del 60 percento circa e sai perchè? Perchè tutti quelli che venivano in tenda, con le roulotte e i camper facevano girare tanti soldi ai Prati, dopo fu soltanto noia!


Ma arriviamo a noi! Mio padre dal 1966, quando ha iniziato a lavorare al Gran Sasso ha sempre dato importanza alla promozione turistica, al miglioramento dei servizi, alle battaglie contro gli inattivismi del comune e ha sempre ricevuto solo tanti schiaffi.

Nel 1992 la simpatica giunta comunale decise di emettere ordinanza di chiusura immediata e coattiva nei confronti del Rifugio delle Guide, motivazione: l'esercizio commerciale svolge attività di ristorazione sprovvisto di una regolare llicenza commerciale.


Arrivarono i Carabinieri armati che ci cacciarono con la forza e senza darci nemmeno il tempo di raccogliere i panni e gli effetti personali, misero i sigilli a tutti gli ingressi e ci mandarono per strada.


Dopo 7 anni il tribunale giudicò illegittima l'ordinanza di chiusura. Motivazione: il Rifugio delle Guide, poichè riconosciuto come RIFUGIO ALPINO non è da ritenersi una tradizionale attività commerciale pertanto non necessita di una licenza commerciale!


Lo sai cosa è significato per mio padre e per la sua famiglia? Andare per stracci, tanti debiti da pagare, due disoccupati in più e tante altre tristi ripercussioni che non sto qui a raccontarti.


Nel 2000 io e mio padre abbiamo deciso di riaprire il rifugio, 5 anni fermo con i sigilli, nei frigoriferi c'erano i topi, la muffa ovunque, tubature sfondate, tristezza e desolazione. Abbiamo lavorato tanto e se il comune avesse voluto trovare un accordo non saremmo arrivati fin qui!

Da pochi mesi abbiamo avuto l'ulteriore triste notizia che la causa di risarcimento danni l'abbiamo persa.


Ti pare che questa sia giustizia?


A questo punto ti chiederai perchè andiamo ancora avanti, perchè facciamo dormire la gente in quel "tugurio". Sai che ti rispondo? Non lo so!


Ed infine sai qual'è l'unico nostro grande rammarico. Dopo aver buttato una vita per fare del Gran Sasso un posto migliore, dopo 40 anni di sofferenze da parte di mio padre e 30 di mia madre oggi da Prati di Tivo non riceviamo solo che un altro bel calcio nel culo!!!!


Quindi ti ringrazio per aver letto questa mia interminabile lagna ma spero proprio che quest'inverno una bella nevicata se lo porti via così finalmente questo brutto incubo finisce ed io potrò tornare a fare una camminata sul Gran Sasso senza ricordare nulla di tutto questo.


Grazie

Eugenio